Controllo dipendenti: si può fare?

Quando un dipendente ha continue negligenze sul posto di lavoro, qualunque un imprenditore pensa a come fare per raccogliere prove atte a dimostrare le negligenze del dipendente, senza andare a minare la privacy dello stesso e creandosi di conseguenza dei problemi giuridici molto più grossi. Secondo le ultime sentenze della Cassazione è possibile far pedinare da un investigatore privato il dipendente sospettato di poca correttezza. Un arma da utilizzare in fase di pedinamento da parte degli operatori di investigazioni private per raccogliere prove da usare in fase giudiziale, sono le registrazioni e le fotografie. Queste ultime, possono essere scattate se ad esempio il dipendente si trova in un luogo diverso da quello lavorativo, proprio in orari solitamente da dedicare al lavoro senza autorizzazione, consenso o motivo valido.


Nel caso in cui vengano raccolte  prove concrete del reato, queste possono essere utilizzate in fase di giudizio senza che l’imprenditore mandatario dell’agenzia investigativa, incorra in problemi di violazione alla privacy. Controllare un dipendente e scattare fotografie cogliendolo in flagranza di reato, non è uno strumento investigativo valido contro il dipendente negligente in quanto foto dimostrabili, ma è la testimonianza dell’investigatore privato che ha scattato le foto; che può essere una prova messa a verbale in un udienza giudiziaria.

Gli imprenditori che vogliono controllare un dipendente che ha suscitato sospetto per tante motivazioni, oggi sono più tutelati dalla legge rispetto al passato, anche per la triste consuetudine in Italia, che vede ad esempio l’assenteismo sui luoghi di lavoro non più un mito m un dato di fatto sempre più spesso appurato.

Controllare un dipendente, farlo pedinare, raccogliere prove delle sue negligenze però, non sempre possono portare al licenziamento del dipendente sleale.  Iniziamo distinguendo diverse situazioni che si possono venire a creare per poi dare a tutte la soluzione migliore.

Permesso lavorativo

Nel caso in cui il dipendente fosse sospettato di utilizzare in modo scorretto i permessi per quanti riguarda le agevolazioni per la legge 104 in questo preciso caso si parla di reato. Queste giornate, tre al mese, vengono pagate al dipendente per la custodia di persone della famiglia bisognose di cure. Purtroppo nel tempo sono stati tanti i casi in cui i dipendenti venivano trovati in luoghi che nulla c’entravano con lo scopo del permesso lavorativo, addirittura sono stati documentati casi di dipendenti che utilizzavano i permessi lavorativi per la 104, per recarsi in vacanza o per allungare ponti festivi e ferie. Nel caso di indebito utilizzo del permesso lavorativo per la 104, l’imprenditore può licenziare per giusta causa il dipendente senza alcun preambolo, il famoso licenziamento in tronco. Il dipendente non potrà assolutamente fare contro cause se vengono portate testimonianze in aula di investigatori privati.

Permesso per malattia

Se una persona è malata è malata, oltre che per curarsi e recarsi presso strutture atte a curare la malattia, il dipendente in permesso per malattia non dovrebbe muoversi dal proprio domicilio. E’ consuetudine però, attendere in casa nell’orario di possibile visita del medico di controllo, per poi uscire e svolgere mansioni esterne. Un lavoratore, ha il dovere verso il proprio datore di lavoro, di evitare ogni tipo di azione che possa prolungare la malattia e quindi ledere la sua salute. Se il titolare presenta le prove che il dipendente non si è attenuto a quanto suddetto, o addirittura ha chiesto un permesso per falsa malattia, allora il licenziamento può avvenire senza alcun preavviso e non è possibile fare contro cause o richiesta di reinserimento.