Il tradimento è reato?

Il tradimento coniugale, definito anche col nome di adulterio, consiste in una relazione sentimentale o sessuale con un’ altra persona (esterna alla coppia) andando a violare quella che è la fedeltà coniugale.

L’ adulterio inoltre viene concepito in modo diverso nei paesi del mondo, a seconda anche della religione di appartenenza, per esempio nell’ Islam è considerato un vero e proprio peccato mortale punito con la lapidazione, invece nella religione cattolica (come riportato anche nella Bibbia) esso è considerato una vera e propria violazione alla santità della famiglia
La domanda che ci si pone, al giorno d’ oggi, è se l’ adulterio (o tradimento) sia o meno un reato.


A tal proposito è giusto partire anche un po’ da lontano. L’ articolo 559 del Codice Penale del 1930 adduceva tale atto punibile con la reclusione fino ad uno anno; due anni se vi fosse stata addirittura una vera e propria relazione, definita anche col nome di relazione adulterina. L’ unica caratteristica è che i vari comma di tale legge puniva soltanto la donna, e non l’ uomo in caso contrario. Per tale motivo, nel 1968 e nel 1969 i comma di tale legge furono modificati, in quanto considerata discriminatoria.
Negli anni ’30 c’ era addirittura il carcere (solo per la donna), ad oggi, ci si chiede se, e soprattutto quando, il tradimento è reato.
In pratica quando ce n’è uno no, ma se sono ripetuti e volontari, il cui fine è umiliare oppure offendere l’ integrità della persona, ledendo la sua dignità lo diventa. Con i maltrattamenti fisici lo è, ma con l’ aggravante. Scatta il reato di maltrattamento familiare, lo ha chiarito la Cassazione con una sentenza pubblica numero 48224/16 del 15/11/2016.
Ciò che comunica la sentenza è che ciò che fa scattare il reato di maltrattamento familiare non sono solamente le violenze e le conseguenti sofferenze fisiche, ma anche quelle morali.
Prendendo spunto da una sentenza del 22 Settembre – 15 Novembre 2016, numero 48224, Corte di Cassazione, la vicenda fa riferimento ad una coppia tunisina. Il marito sprezzante nei confronti della moglie, si era reso colpevole di molti tradimenti nei confronti della moglie, accompagnati da schiamazzi, offese e percosse nei confronti della donna. In pratica, in seguito e alla denuncia fatta dalla moglie, il marito, in primo e secondo grado, è stato reputato colpevole con una reclusione pari a un anno e quattro mesi.
Secondo la Cassazione, il reato di maltrattamento in famiglia, non è tale solo in relazione alla violenza fisica, alle offese o alle minacce, ma anche alle umiliazioni a discapito della dignità e dell’ integrità della stessa vittima quando, in particolar modo, il tradimento non è celato ma evidente e palese, il cui scopo è umiliare la donna e azzerare il suo onore. C’ è l’ aggravante in quanto è fatto con dolo, cioé con coscienza e consapevolezza. Nulla avviene in modo involontario.

Per concludere, come riporta la notizia della sentenza stessa, tradire di tanto in tanto o godersi la classica scappatella, soprattutto se scoperta, pone i presupposti di una separazione o divorzio, se tutto avviene in modo civile, però se il tradimento avviene con una condotta che va a discapito della donna, come offendere e ledere il suo onore, la sua dignità e la sua integrità, allora si può trasformare in reato e in tal caso si rischia di andare nel penale. Però come si diceva poc’ anzi deve avvenire qualcosa di veramente grave, dove si dovranno verificare una serie di comportamenti veramente gravi, attuati in modo deliberato e del tutto volontario. Tra le altre cose, nel caso vi fossero dei figli, il marito ha l’ obbligo di pagare gli alimenti ai figli, che in tal caso, nella maggior parte dei casi, vanno a vivere con la propria madre.
In casi estremi, il giudice può impedire l’ affidamento condiviso nei confronti del marito, laddove vi fossero stati precedenti di violenza e percosse anche verso i figli o se comunque il marito è un soggetto recidivo a tali atti e a azioni.

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